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ARTICOLO  TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 21/10/2010 - Nasce in terra banina il “nettare” dell’Expo


L’azienda rispecchia la velocità e il colpo d’occhio del capostipite Franco, più volte campione olimpico di scherma
Nasce in terra banina il “nettare” dell’Expo
Riccardi ha pronte 42 etichette, in altrettante lingue, per l’esposizione universale
 


Mentre a Milano si litiga sui terreni che dovranno ospitare l’esposizione universale 2015, Enrico Riccardi, classe 1939, è già pronto con le quarantadue etichette tradotte in altrettante lingue di tutto il mondo a invadere le tavole dei ristoranti milanesi e dintorni con il suo “Vino di Milano”, un rosso fermo ricavato dalle classiche uve Barbera, Bonarda, Croatina e Merlot. Evidentemente, buon sangue non mente. Velocità, iniziativa, colpo d’occhio, intraprendenza: tutte qualità che deve aver preso dal padre, Franco Riccardi, il guascone banino che fece incetta di medaglie d’oro e d’argento nella spada a squadre in ben tre edizioni dei giochi olimpici (Amsterdam 1928, Los Angeles 1932 e Berlino 1936, dove colse anche l’oro individuale), e “inventò” il marchio che ancora oggi identifica l’azienda agricola “Nettare dei Santi”. Sulla sommità del colle di San Colombano, in località Capra, circondata da vigneti a perdita d’occhio che degradano tutto attorno in una varietà di sfumature che, in questa stagione di fine vendemmia, dal verde girano nel giallo e nell’arancio, la cantina Riccardi offre uno dei migliori panorami della zona. Dal suo ballatoio naturale, nell’angolo ombreggiato del falsopiano, è possibile ammirare la collina sottostante illuminata da un pallido sole. In lontananza si scorgono alcuni campanili che sembrano galleggiare nel nulla, laghetti e geometrici filari, infiniti e perfetti. La collina invita al silenzio. Sarebbe preferibile arrivare in questo posto in bicicletta, magari lasciando la macchina a Graffignana, distante pochi chilometri, per imboccare la stradina che porta verso Miradolo con una lunga e abbordabile salita intervallata da alcuni falsipiani, utili per tirare il fiato. In fila per non essere investiti dietro la curva da altri pedalatori in discesa, con l’amico davanti che dà il passo e taglia l’aria. Meglio non parlare per ascoltare il proprio ansimare e udire in lontananza il rumore del trattore ancora al lavoro. Quasi in cima alla collina, un oratorio dedicato alla Madonna dell’uva e ombreggiato da un melo selvatico è il segnale per girare a sinistra. Qualche centinaio di metri ancora e ci si trova proprio di fronte all’entrata dell’azienda Riccardi, già pregustando immensi piaceri. In questo posto Enrico Riccardi è arrivato nel 1980, dopo aver lasciato la vecchia cantina giù in paese, in prossimità del cinquecentesco oratorio di San Rocco, ove svetta ancora fiorente la quercia donata da Hitler ai vincitori delle medaglie olimpiche. Ma è il 1968 l’anno della svolta, quello che, con la scomparsa del padre, segnò la sua vita. Enrico lascia il lavoro di agente di cambio a Milano e abbandona anche la facoltà di legge a Ferrara per prendere in mano le redini della famiglia. In quell’anno la piccola azienda, estesa solo su due ettari, produceva non più di trenta mila bottiglie di vino che vendeva pressoché totalmente in alcuni circoli esclusivi milanesi ove si esercitava l’attività schermistica (la Società Giardino, la Patriottica e il Circolo della Stampa), e in cui, ovviamente, Franco Riccardi era molto conosciuto. «L’anno dopo – racconta il signor Enrico, trattenuto a stento dal suo hobby preferito, quello di andare nei vigneti con il trattore a ritirare l’uva appena raccolta – le bottiglie erano già raddoppiate per arrivare a 150 mila nel 1970, fino a stabilizzarsi attualmente intorno alle 900 mila annuali». Una cantina tradizionale piena di esperienza,
passione e professionalitàCon i suoi quarantacinque ettari di terreno coltivato a vite, l’azienda Riccardi produce circa diecimila quintali di uva che diventano poi settemila quintali di vino. Nella sua cantina, costruita e ampliata a poco a poco nel tempo in modo tradizionale e funzionale con vasche in cemento, acciaio e botti di rovere per l’invecchiamento, è stata travasata esperienza, passione e professionalità a man bassa, per dare nobiltà e importanza a un vino dall’esuberante freschezza e fragranza ormai ben conosciuto in tutta la Lombardia. «Ho imparato sul campo e ho più esperienza io – esplode senza falsa modestia – di tanti altri agronomi. Con l’aiuto del mio capo cantiniere, Federico Carenzi, e continuando la tradizione iniziata da mio padre, ho migliorato ulteriormente la qualità del vino prodotto e sono stato il primo a rifornire tutte le più rinomate enoteche del milanese, come Luisa Ronchi e i fratelli Solci». Oggi, l’azienda Riccardi produce molte etichette di vini. Oltre a quelli ricavati dall’uva rossa, come Bonarda, Croatina e Uva Rara, legati alla tradizione e riconosciuti Doc nel 1984, si è specializzata nelle rifermentazioni naturali proponendo vini bianchi e rossi frizzanti di diverse tipologie. Ha valorizzato in particolare la Verdea Riccardi Igt “N° 1”, vino bianco secco, unico al mondo, prodotto già negli anni ’50 con l’uva bianca tipica del colle di San Colombano e proposto in bottiglia come primo vino bianco della zona. Ha dato importanza al podere “Roverone” con uve raccolte su una decina di ettari esposti a sud e con caratteristiche particolari del terreno da cui nasce un vino rosso Doc dal profumo intenso e struttura importante. In questa particolare classifica non è possibile dimenticare il “Franco Riccardi”, un grande rosso prodotto in sole dieci mila bottiglie in occasione del centenario della nascita del grande campione (1905), ottenuto con uve selezionate del colle Vecchio Mombrone fatte appassire per tre mesi in cassette. Sempre dal Mombrione è ricavato pure un Rosso Riserva Doc, di decisa personalità e invecchiato per dodici mesi in botti di rovere da 25 ettolitri. Naturalmente, qui si possono gustare anche spumanti, come il Domm, ottenuto con uve selezionate di Chardonnay e Pinot Nero, e perfino grappa ricavata dalla vinaccia di recupero. Insomma, siamo al cospetto di un’attività imprenditoriale importante e laboriosa su cui Enrico Riccardi, affiancato dalla moglie, la gentile signora Giovanna, e dall’unico figlio, Gianenrico, ventinovenne, perito agrario che si occupa prevalentemente della vendita ma anche della cantina nel periodo della vendemmia, ha deciso fin dall’inizio di impegnare cuore, energie e soldi per dare un futuro all’azienda. I risultati ottenuti testimoniano ampiamente che ha fatto centro. L’azienda è un vero gioiello, grazie anche alla scenografia naturale in cui è immersa che incoraggia le visite turistiche d’intere scuole, gruppi e associazioni che arrivano, su prenotazione, un po’ da tutto il milanese ma anche da zone più lontane, soprattutto nel periodo autunnale. All’accoglienza è demandata la signora Giovanna che, con l’aiuto dell’enotecnico Carenzi, si preoccupa di accoglierli e di accompagnarli alla scoperta dei segreti del vino, dai vigneti fino alla bottiglia, fatta assaggiare nell’ampio salone arredato con particolare gusto.Ora che la vendemmia 2010 volge al termine, si possono già tirare le somme su un’annata che sembra avere tutti i crismi dell’eccezionalità. «Si è trattato di una vendemmia ottima – conferma il signor Enrico – sia per la quantità sia per la qualità. A rendere l’uva migliore quest’anno ha contribuito anche la pioggia arrivata nelle giuste dosi e nei periodi ideali». Ora, il signor Enrico avrà forse più tempo da dedicare ai suoi hobby preferiti ed esclusivi: le macchine d’epoca e le antiche barche “Riva” in legno degli anni Sessanta. In attesa di riprendere con la 43esima vendemmia. Osvaldo Folli

Azienda Agricola “Nettare dei Santi”
di Riccardi GianenricoVia Capra 17 – 20078 San Colombano al LambroTel. 0371.200523 – Fax 0371.897381www.nettaredeisanti.it e-mail: info@viniriccardi.comLa cantina è sempre aperta nei seguenti orari:da lunedì a venerdì ore 8,30 – 12,30 e dalle 14 alle 18;sabato e domenica ore 9 – 12,30 e dalle 14,30 alle 18:Per la visita alla cantina di gruppi o comitive è gradita la prenotazione telefonica.

 

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